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C’è un mondo maya sotto la giungla

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view post Posted on 15/5/2010, 21:58
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Un gruppo di ricercatori ha sorvolato in elicottero la foresta del Belize, sopra il complesso archeologico di Caracol. Grazie ai fasci laser, è tornato alla luce (è il caso di dirlo!) un paradiso perduto e in gran parte inesplorato della civiltà precolombiana

CRONACA –

Hanno appeso il machete al chiodo, dopo 25 anni di estenuanti ricerche portate avanti aprendosi un varco, ora qua e ora là, in mezzo alla fittissima vegetazione che ammanta quasi completamente l’antico complesso Maya di Caracol, in Belize. Stanchi di procedere come Indiana Jones, gli archeologi dell’Università della Florida Centrale, guidati da Arlen e Diane Chase (marito e moglie, uniti sotto il segno dell’antropologia), sono montati su un velivolo bimotore, muniti di un’apparecchiatura laser sviluppata dalla NASA e chiamata LiDAR (Light Detection and Ranging). In quattro giorni, per un totale di 24 ore di volo, hanno scoperto più di quanto abbiano rinvenuto in tutti questi anni. Senza torcere una foglia.

I raggi laser (che proprio quest’anno festeggiano i 50 anni dalla loro rivoluzionaria invenzione) sono in grado – rimbalzando a terra e tornando indietro – di penetrare la spessa calotta di alberi e fronde che copre le rovine Maya, producendo una mappa molto dettagliata dell’antico insediamento di una delle più affascinanti e studiate civiltà precolombiane.

La città di Caracol era estesa per circa 177 chilometri quadrati e popolata, all’apice del suo splendore, da circa 115 mila abitanti intorno al 650 d.C. Finora, a colpi di machete, era stato possibile esplorare una frazione di circa 23 chilometri quadri. La tecnologia spazialedella NASA ha permesso per la prima volta di penetrare sotto questa densa giungla e gettare uno sguardo panoramico sull’intera città di Caracol. Sono venuti alla luce migliaia di nuove strutture, 11 viali selciati sconosciuti, decine di migliaia di appezzamenti agricoli terrazzati e molte caverne nascoste. Risultati, dicono gli scienziati, che superano l’immaginazione.

Le immagini laser in 3D hanno rivelato in modo nitido la topografia della città, che aveva un centro deputato alle cerimonie, con ampie piazze e un’architettura monumentale. Un sistema stradale organizzato per le comunicazioni e i trasporti collegava il centro con i quartieri popolari, dove gli abitanti svolgevano le attività lavorative fino alla zona sub-urbana popolata di case, mercati e terrazzamenti agricoli.

“Siamo stupefatti”, ha esclamato Diane Chase. “Credo che l’uso del Lidar rivoluzionerà l’archeologia Maya allo stesso modo in cui lo hanno fatto la datazione al carbonio negli anni ’50 e l’interpretazione dei geroglifici Maya negli Ottanta e Novanta”. Secondo i ricercatori, l’applicazione del laser nell’archeologia (per quanto non sia il primo tentativo di questo tipo), promette di approfondire le conoscenze e risolvere i misteri che ancora avvolgono l’impero Maya, la sua ascesa e la sua caduta.

by Daniela Cipolloni 12 magio 2010
 
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_MoRgAnA_
view post Posted on 22/8/2010, 19:22




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Denti con pietre preziose incastonate luccicavano nella bocca del solo adulto rinvenuto nella tomba maya, con ogni probabilità un re anziano, almeno a giudicare dalle sue giunture artritiche.

Maya, la tomba dei sacrifici

Pervasa dall'odore della morte, colma di ciotole riempite con dita umane, con i resti di un bambino in parte bruciato e denti in cui erano incastonate pietre preziose, una tomba reale maya scoperta di recente sembra uscita da un film dell'orrore.


La camera funeraria perfettamente sigillata risalente a 1.600 anni fa, rinvenuta sotto una piramide nascosta dalla giungla in Guatemala, è ricca di tesori in oro ma anche di reperti a dir poco inquietanti, come notano gli studiosi che hanno lavorato agli scavi.

"La tomba era più protetta di Fort Knox", dice l'archeologo Stephen Houston della Brown University, che ha condotto gli scavi nell'antica città Maya El Zotz, completamente ricoperta dalla vegetazione.

Gli archeologi hanno trovato tra l'altro una sorta di “millefoglie”, in cui erano sovrapposti pietre piatte e ossa umane preservate nel fango, legni intagliati, stoffe e altro materiale organico.

"I manufatti di questa sepoltura reale potrebbero gettare luce sull'economia politica degli antichi re, ritenuti divini, che imponeva tributi e doni”, commenta Markus Erbel, antropologo della Vanderbilt University che non ha partecipato agli scavi.
Il capo della spedizione Houston aggiunge: "Si tratta di indizi su forme d'arte perdute."

Dita, denti, e punti cardinali

Gli archeologi hanno trovato tracce inquietanti già prima di raggiungere la tomba maya: vasellame rosso colmo di dita umane e mucchi di denti avvolti in materiale organico, forse foglie.

Le dita e i denti erano "forse alimenti o offerte simboliche da mangiare”, ipotizza Houston. "Sono presenti anche nel pane sacro dello Yucatan in Messico”.

Quel che resta di un bambino in parte bruciato è stato trovato in un altro recipiente al di sopra della tomba risalente a un periodo che va dal 350 al 400 d.C. I recipienti più vicini alla camera funeraria erano disposti come il cosmo maya: i quattro punti cardinali più il centro del mondo.

Danza macabra e sacrifici umani

Il gelo di un obitorio e l'odore di decomposizione hanno smussato l'euforia dei ricercatori nel momento in cui sono finalmente riusciti ad accedere alla tomba il 29 maggio scorso.

Gli archeologi hanno rinvenuto i resti di ben sei bambini, un ritrovamento inconsueto nelle sepolture maya. Vicino ai resti hanno trovato una lama di ossidiana ricoperta di residui rossi- presumibilmente sangue.

La disposizione dei resti suggerisce che i bambini, alcuni di essi lattanti, siano stati vittime di sacrifici rituali nel momento in cui la salma del re veniva deposta nella tomba.

Perché siano stati uccisi i bambini è un mistero, secondo Andrew Scherer, antropologo della Brown University che faceva parte della squadra di ricercatori.

La giovanissima età delle vittime suggerisce che il valore del loro sacrificio fosse accresciuto, agli occhi dei Maya, dal fatto che non fossero ancora persone fatte.

Secondo Houston, "almeno quattro dei bambini non erano ancora in grado di parlare né camminare, il che li rendeva creature alle soglie dell'esistenza umana".

Il ruolo del re nella sua sepoltura appare meno oscuro.

I ricercatori hanno trovato ornamenti adatti a tintinnare e scandire il ritmo, fatti di conchiglie e “battagli” fatti di denti di cane, messi intorno alla vita e alle gambe del re.

Sono gli stessi ornamenti raffigurati in danze rituali nei dipinti maya: ciò induce a pensare che nella cerimonia di sepoltura fosse stata data al re defunto la “parte” del danzatore, nonostante fosse affetto da artrite, come evidente dalle giunture e dalle ossa rinvenute.

La tomba del Re Tartaruga è una miniera d'oro

Il re sepolto, con i denti incastonati di gioielli e gemme, potrebbe essere - ipotizza Houston - il fondatore della dinastia El Zotz, nell'attuale regione di Petén in Guatemala.

Secondo la parziale decifrazione dei glifi sulle pareti della tomba, probabilmente si chiamava Tartaruga Rossa o Grande Tartaruga.

I ricercatori, che continuano a lavorare alla decodificazione dei geroglifici, si accingono a effettuare ulteriori analisi e a restaurare le stoffe e i manufatti della tomba.

"Questa tomba”, conclude Houston "potrebbe essere una miniera d'oro di informazioni."
http://www.nationalgeographic.it/popoli-cu...e_sangue-75070/
 
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Simonetta Pancotti
view post Posted on 31/8/2014, 10:33




interessante escursione storica.. l'ho letta con grande interesse .. :)
 
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_MoRgAnA_
view post Posted on 31/8/2014, 12:02




grazie :)
 
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3 replies since 15/5/2010, 21:58   236 views
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